4.000 chili di curcuma per una statua

Nei giorni scorsi a Calcutta si è festeggiato il Durga Puja, anche chiamato Durgotsava, una festa che si svolge in tutto il continente indiano e in Nepal. Questa festa molto sentita dagli induisti si svolge nel mese di Ashwin, che cade a seconda degli anni in settembre o in ottobre, secondo il nostro calendario. Dura dieci giorni ed è dedicata a Rama, l’eroe del poema epico Ramayana e alla dea Durga, che sconfisse il diavolo e il male in una lunga battaglia durata appunto nove giorni. E’ una festa nazionale che non ha solo rilevanza religiosa ma è anche occasione di incontro, di socializzazione nel corso della quale ci si augura una felicità duratura. A Calcutta, dove questa festa è particolarmente sentita, una delle caratteristiche è la creazione dei pandal, che possono essere vere e proprie costruzioni, anche se provvisorie, e statue di Durga e di altri idoli. Gli artigiani lavorano già molti mesi prima per essere pronti all’apertura. Per nove giorni si balla si canta, si fanno processioni, fuochi d’artificio, le strade  si riempiono di bancarelle e di migliaia di statue della dea di ogni dimensione.

Le statue- in materiale rigorosamente biodegradabile di solito bambù, argilla e colori naturali- alla fine della festa vengono portate in processione e gettate in mare per propiziarsi la dea.

Per la prima volta quest’anno il pandal a lei dedicato era interamente costruito e ricoperto di curcuma. Ne sono stati utilizzati più di 4.000 chili in parte sotto forma di radice tagliata a piccoli pezzi per creare lo sfondo e in parte in polvere e pasta per ricoprire la dea stessa. Anche l’enorme otre in argilla servito per decorare la statua era un’attrazione della festa, inquadrato da fili dorati con attaccati migliaia di pezzetti di curcuma.

Il tutto era un’operazione di puro marketing attuata da una delle aziende di spezie più importanti del Paese che ha voluto mettere in evidenza l’importanza della curcuma per le sue proprietà sia cosmetiche sia salutari.