L’importanza dei monsoni

I cambiamenti del clima non affliggono solo l’Italia o l’Europa. In India quest’anno la stagione dei monsoni ha provocato moltissimi danni in  alcuni dei suoi stati come l’Uttar Pradesh, il Bengala occidentale, l’Assam e il Gujarat dove le piogge sono state devastanti e hanno provocato circa 600 morti. Ma lo Stato che più ha sofferto è il Kerala dove pesanti alluvioni hanno ucciso 360 persone e provocato 1 milione di sfollati.

I monsoni sono  venti periodici delle regioni tropicali e subtropicali, in particolare dell’Asia Orientale e Sud Orientale, dovuti principalmente alle differenze di temperatura tra oceani e continenti. I monsoni d’inverno soffiano dal continente verso l’oceano e portano un clima asciutto, da giugno a settembre, spirano dall’oceano verso il continente, sono carichi di umidità e portano piogge imponenti.
Il regime monsonico scandisce i ritmi di vita di tutta la regione asiatica e dalla sua regolarità dipende la sopravvivenza di milioni di persone. L’arrivo ciclico delle grandi piogge monsoniche è visto come un dono del cielo sia per l’agricoltura sia per le scorte d’acqua (il 75% delle piogge dell’intero anno cade durante i monsoni).

Ebbene, in Kerala quest’estate i monsoni hanno portato il 260% in più di acqua del solito recando oltre che morte e distruzione danni  permanenti all’agricoltura.  In particolare ne hanno risentito le coltivazioni di spezie, danneggiate dal clima dapprima secco che ha ridotto i raccolti di quelle che stavano maturando e poi dalle piogge alluvionali che hanno  impedito o rimandato la semina delle piante per la prossima stagione, compromettendola. In particolare ha ostacolato la fioritura e l’impollinazione del pepe, e la fioritura del cardamomo che avvengono proprio nei mesi dei monsoni estivi.

Nello stato indiano del Gujarat cumino e coriandolo  sono stati piantati in ritardo. La semina del peperoncino -che avviene solitamente in agosto, in tutta l’India- è stata rimandata proprio in attesa di monsoni regolari. La stessa cosa è successa nel Tamil Nadu, nell’Andhra Pradesh e nel Maharashtra per la curcuma, che è stata piantata con un mese di ritardo. In questo modo sono andati persi in quasi tutti gli Stati indiani ettari di piantagioni  e la prossima stagione i raccolti saranno scarsi. Anche la produzione del cardamomo ne ha sofferto. I cambiamenti climatici dell’ultimo mese si aggiungono a quelli dello scorso inverno, quando per esempio nel Tamil Nadu, piogge abbondanti e del tutto fuori stagione fecero fiorire con molto anticipo le piante di chiodi di garofano, diminuendo di un terzo la produzione. In questi ultimi giorni sono tornate le piogge e i contadini sperano di poter seminare entro settembre anche il cumino e il fienogreco.

La prima conseguenza di tutti questi fatti è l’aumento dei prezzi alle Borse internazionali delle spezie: Al  Navi Mumbai, il mercato internazionale delle spezie hanno constatao che le spezie in arrivo dal Kerala sono aumentate di circa il 25%. La noce moscata è passata da 600 rupie al kg a 800; i chiodi garofano da 1800 a 2100; il cardamomo verde, che in India è prodotto solo in questa regione è salito da 1200 a 1500. E poichè ci sono 2 raccolti all’anno uno in luglio e l’altro in dicembre ci si aspetta che i prezzi continueranno ad aumentare per l’esiguità di questa seconda produzione. Per lo zenzero che viene importato anche dalla Cina e dalla Nigeria e che verrà raccolto in gennaio ci si aspetta un aumento da 150 rupie a circa 250 poichè è di qualità assolutamente superiore algli altri. Anche il prezzo del pepe nero è aumentato di quasi il 50% al chilo.