Ricadute negative della Brexit sul gin

Avreste mai pensato che la Brexit tra i vari problemi avrebbe potuto influire negativamente anche sulle scorte di gin? Secondo i dirigenti della Wine and Spirits Trade Association (WSTA), l’associazione che riunisce 317 produttori inglesi, nelle settimane seguenti all’uscita dell’Inghilterra dalla Comunità europea si potranno verificare forti carenze di prodotti provenienti da altri Paesi. La situazione sarà ancora peggiore se l’uscita sarà senza accordi. In particolare l’importazione di ginepro, materia prima indispensabile per la produzione del gin si potrà per un certo tempo bloccare. Stessa sorte anche per le bucce d’arance e di limone, la radice di angelica e la liquirizia, gli altri ingredienti base della nota bevanda che provengono tutti da aree del Mediterraneo.

A peggiorare la situazione contribuisce anche il fatto che, da alcuni anni, le piante di ginepro- che nascono spontanee da millenni in Scozia e in alcune regioni dell’Inghilterra- sono state colpite da un fungo, la phytophthora austrocedrae, che le ha decimate. Per questa ragione negli ultimi anni i produttori hanno incrementato enormemente l’ importazione del ginepro dall’estero.

In inghilterra vengono prodotte ogni anno 55 milioni di bottiglie di gin, per un valore di circa 2 miliardi di dollari (dati del 2018).

Nel Worcestershire un’imprenditrice, già l’anno scorso preoccupata dalla Brexit, aveva piantato molti cespugli di ginepro che stanno crescendo bene. Purtroppo però per dare i primi frutti occorrono 3-5 anni e quindi in questa situazione contingente non saranno utilizzabili. Ma sono stati un ottimo spunto per far riflettere altri produttori che hanno iniziato a coltivare non solo il ginepro ma anche l’angelica e altre piante utili per produrre il gin.