Annatto

Famiglia: Bixaceae

Caratteristiche della pianta. E’ un arbusto con foglie ovali a forma di cuore, lunghe 5-15 cm e larghe 4-11 cm, alcune volte venate di rosso. I suoi fiori, molto belli, hanno 5 petali bianco rosati e un centro lilla, i frutti (baccelli) sono rossi con un interno giallo, sono rivestiti da una peluria rossa e sono a grappoli. Quando il frutto è maturo, si spacca a metà e all’interno ci sono circa 50 semi. I frutti sono raccolti e macerati in acqua. Poi vengono essiccati e i semi separati.

Origine: Isole Caraibiche, Centro America, e la parte occidentale del Sud America.

Paesi produttori. L’annatto è stato introdotto in tutte le zone tropicali. Ma l’area che ne produce di più è il Sud America, in particolare Perù e Brasile. India, Sri Lanka e Filippine sono produttori minori. Negli altri paesi tropicali è usato come pianta ornamentale.

Paesi utilizzatori. Messico e sud America, Filippine, Caraibi, Cina e Vietnam.

Parti utilizzate: semi.

Stagionalità: tutto l’anno.

Componenti.  I principi attivi più importanti, responsabili del colore, sono i carotenoidi tra i quali il principale è la bixina, che può raggiungere fino al 7% della massa del seme.

Tipologie in vendita. Semi interi, polvere ottenuta dalla macinazione dei semi, ma anche pasta oleosa, di solito proveniente dal Messico.

Aspetto: piccoli semi di colore rosso mattone, di forma trapezioidale, leggermente appuntiti da un lato, lunghi 4 mm e larghi 3 mm e con solchi longitudinali.

Odore: leggero, gradevole, ricorda la violetta, la noce moscata e il limone nei semi essiccati. Molto più forte e fruttato nei semi freschi (da noi introvabili).

Sapore: aromatico con un sentore di violetta e di pepe.

Scala di intensità: 1-2.

Uso culinario. Nell’America centrale e meridionale è diffuso e utilizzato prevalentemente come colorante. Nei Carabi, i semi sono fritti con olio o altro grasso animale, una volta eliminati i semi, il condimento colorato di giallo oro o rosso bruno, viene usato per cuocere carni e verdure. In Messico viene usata una pasta di semi d’annatto mischiati con aceto (achiote) per marinare la carne, come nel piatto di carne andino cotacachi. Nelle Filippine, i semi sono macinati e aggiunti a zuppe e stufati. In Vietnam, l’annatto viene usato per colorare i curry a base di cocco e l’olio di annatto viene usato per colorare la pelle delle anatre (anatra laccata). In Occidente è quasi inutilizzato se non come colorante alimentare di alcuni formaggi, come per esempio il Cheddar o alcuni pesci affumicati. En tra nella composizione della miscela maya Recado.

Sofisticazioni. In passato veniva utilizzato per colorare il burro di qualità inferiore facendogli acquisire un delicato colore giallo, tipico del migliore burro di pascolo. Anche in alcuni formaggi era utilizzato per il medesimo motivo. 
Suggerimenti per l’acquisto. Se acquistate i semi controllate che siano interi, di un bel colore terracotta e abbiano un profumo gradevole.

Consigli per l’uso. I semi possono essere aggiunti agli altri ingredienti in cottura oppure si possono mettere in acqua bollente per estrarre il colore. Il liquido viene aggiunto alla pietanza in cottura o al riso già cotto per colorarlo. Mischiando mezza tazza di olio di oliva con 2 cucchiai di semi d’annatto e facendolo scaldare per 3-5 minuti, si ottiene un olio di un bel colore giallo oro, che può essere usato per colorare delle patate in insalata, del riso d’accompagnamento o altro. Conservare semi o polvere in contenitori scuri per tenerli al riparo della luce. 

Avvertenze. Quando usate l’annatto fate attenzione a non macchiarvi, anche se la colorazione è solo temporanea e con acqua e sapone sparisce.

Proprietà benefiche. Nella medicina alternativa, l’annatto era usato contro la dissenteria, la febbre e malattie dei reni o per colorare unguenti e pomate.

Altri usi. Sin dai tempi degli Atzechi è utilizzato come colorante per il corpo per cerimonie e riti. Alcune tribù di indios lo usano per tingersi i capelli (uomini rossi). In India usano il baccello come repellente degli insetti. Anatto

Storia. Il nome scientifico Orellana deriva da Francisco de Orellana (1511–1546), un esploratore spagnolo che aveva preso parte a numerose spedizioni nel Nuovo Mondo, insieme a Francisco Pizarro e fu coinvolto nella distruzione degli Incas. Il suo nome è legato alla scoperta del Rio delle Amazzoni, dove forse vide la pianta per la prima volta.

Curiosità. In Messico è da sempre chiamato achiote – nell’antica lingua Náhuatl, l’idioma degli Atzechi. Ora anche negli Usa è conosciuto con questo nome. In India, in molte comunità Hindu è conosciuto come sindoor ed è considerato di buon auspicio per i matrimoni. Applicato in mezzo alla fronte vicino all’attaccatura dei capelli indica che la donna è sposata.