I semi di papavero sono molto salutari ma attenzione a non abusarne. Addirittura averne ingeriti troppi potrebbe alterare un test anti-droga simulando la presenza di oppiodi!
Vi sono diverse varietà di papaveri dai quali estrarre i semi: il P. Nigrum, il P. Satigerum e il P. Sonniferum, quello da cui si estrae l’oppio. Quando il fiore perde i petali rimane una capsula oblunga. Gli agricoltori, prima che essa sia matura, la incidono superficialmente per non intaccare le camere che contengono centinaia di semi. Il lattice inizia a trasudare, viene raccolto ed essiccato e diventa oppio.
I semi in natura non contengono oppiacei, ma ci può essere una contaminazione con i frammenti della capsula e la linfa lattea contenenti alcaloidi. La presenza di oppiacei varia in base al tipo di semi, al tempo di raccolta e all’origine geografica. Però negli ultimi anni si è notato un aumento dei livelli di alcaloidi e sembra che ciò sia dovuto alle tecniche di raccolta meccanica, introdotte recentemente, in cui le capsule sono schiacciate.
I semi di papavero, ricavati dalle piante della specie Papaver somniferum L., a causa del loro alto contenuto in grassi e proteine, vengono spesso usati nella produzione alimentare. In particolare nei prodotti da forno o da pasticceria e in oli commestibili. Soprattutto nelle cucine dei Paesi del centro Europa.
L’EFSA, l’autorita della Commissione europea per la sicurezza del cibo, ha iniziato già da anni a verificare i possibili rischi per la salute umana relativi al consumo di alimenti contenenti semi di papavero contaminati.
Le analisi condotte con tecniche di cromatografia liquida associate a spettrometria di massa, mostrano la presenza di alcaloidi dell’oppio come morfina, codeina, tebaina, papaverina e noscapina nei campioni di alimenti contenenti semi di papavero.
I semi contaminati possono contenere circa 0,5-10 microgrammi di morfina per grammo. Una quantità che per un adulto che ne fa un uso limitato non è problematica. Una dose di morfina prescritta dal medico può variare da 5.000 a 30.000 microgrammi.
Ma per le donne in gravidanza e per i bambini piccoli, il consumo di semi di papavero in quantità non trascurabili è sconsigliato, qualora non si sappia con certezza che sono privi di morfina e simili.
Il contenuto di alcaloidi nei semi di papavero può essere ridotto drasticamente, fino al 90%, pretrattando e processando i semi. I metodi più efficaci per abbattere il contenuto di alcaloidi- e quindi ridurre il rischio di ingerire tali sostanze- sono lavare, mettere in ammollo, macinare o trattare termicamente i semi. E i produttori più affidabili attuano questa pratica.
Attenzione dunque ai fornitori che utilizziamo per acquistare le spezie!
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