Peperoncino o corno?

Sin dall’età neolitica gli abitanti delle capanne erano soliti appendere sull’uscio della porta corna di animali, simbolo di potenza e fertilità. Al tempo dei Romani, si riteneva che il corno simboleggiasse  il fallo, metafora di prosperità e portafortuna.
Nel Medioevo il  corno assunse una dimensione magica, simbolo di fortuna e di capacità di allontanare la cattiva sorte. Divenne abituale portare con sé un cornetto d’argilla, d’argento e, se c’erano le possibilità economiche, di corallo rosso.

Quando il peperoncino venne importato dal Sud America nell’Italia meridionale, fu immediatamente associato al cornetto portafortuna. Oltre che essere utilizzato in cucina, iniziò ad essere appeso nelle case e nei negozi per difendersi dal malocchio, diventando in breve tempo un sostituto a buon mercato del corno. Era molto usato anche per ottenere protezione contro l’infedeltà e se uno dei coniugi sospettava che l’altro lo tradisse, metteva due peperoncini rossi essiccati sotto al cuscino per riconquistarne la fedeltà. Inoltre, se venivano legati a forma di croce con un nastro rosso si credeva che la protezione fosse maggiore.

Il peperoncino veniva sparso, a piene mani, nelle case per proteggere una persona che si pensava avesse il malocchio.

Nella tradizione contadina, collane di peperoncini venivano regalate agli sposi, dai genitori, come promessa di aiuto in caso di necessità. Per scacciare la sfortuna nel medioevo le donne tenevano nascosto un pezzetto di peperoncino in un oggetto personale o in tasca. Con il passare del tempo il peperoncino naturale e il vecchio cornetto rosso si sono fusi in un amuleto, che indipendentemente dal materiale  di cui è costituito (oro o plastica) è divenuto un ibrido tra i due e, per coloro che ci credono, ha assunto la forza di entrambi.