Il museo Amarelli

Il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli” che è stato inaugurato nel 2001, è il secondo museo d’impresa d’Italia più visitato, dopo il Museo Ferrari di Maranello.

La famiglia Amarelli ha voluto fortemente la realizzazione di questo Museo nel desiderio di presentare al pubblico una singolare esperienza imprenditoriale, nonché la storia di un prodotto unico strettamente legato al territorio. Una storia di lavoro, di cultura, di impresa, di tradizioni, che affonda le sue radici nella terra di Calabria, a Rossano, in Contrada Amarelli.

Sede del Museo è la storica residenza di impianto quattrocentesco, da sempre dimora e centro degli interessi della famiglia Amarelli. L’imponente edificio, ingentilito da decori secenteschi, è affiancato da un delizioso giardino di agrumi e da una piccola chiesa, parti integranti dell’ampio complesso.

Una parte del museo è dedicato alla storia della liquirizia, che parte da un ramo sotterraneo della pianta e dalla sua prima immagine in un antico codice, affiancata da documenti della sua iniziale lavorazione nei “conci” della zona. Già nel 1500 si estraeva il succo di liquirizia e a questa attività si dedicò la famiglia dei Baroni Amarelli. Nel 1731 venne fondato l’attuale “concio” Amarelli, alla cui attività fu dato particolare impulso nel 1800. Una parte del museo, una grande galleria, è dedicata al sistema di produzione tradizionale, dalle balle di radice agli attrezzi manuali nonché l’amministrazione, illustrata da numerosi documenti sui meccanismi di gestione fra il 1700 e il 1800: giornali della produzione, libri contabili, registri paga e corrispondenza tra produttori e con le autorità di governo.
Nella medesima sala i percorsi della commercializzazione e le forme di trasporto, dai buoi ai bastimenti, dai treni al sogno dell’idrovolante e, in un angolo, la riproduzione di un vecchio ufficio spedizioni con le casse di legno, i timbri, le fatture ed il progenitore delle nostre fotocopiatrici.

Agli estremi della galleria da un lato la ricostruzione di un punto vendita ottocentesco con oggetti d’uso dell’epoca e confezioni allora in produzione, dall’altro una istantanea cartografica della Calabria di metà ottocento sotto una grande vetrata che si affaccia sulla galleria dell a modernità e del presente. La storia dell’energia elettrica è strettamente legata alla produzione della liquirizia. Nel 1907 la lavorazione si ammodernò con due caldaie a vapore per la preparazione della pasta di radice e l’estrazione del succo, mentre una pompa a motore da 200 atmosfere metteva in azione i torchi idraulici per la successiva compressione della pasta e la produzione di altro liquido. Da lì inizia una rivoluzionaria trasformazione con l’affinamento dei processi, la specializzazione e l’aprirsi di nuovi orizzonti commerciali.Amarelli

Infine il punto informatico, strumento didattico a supporto del percorso di visita, dal quale si può accedere a dati sul mondo della liquirizia e navigare negli infiniti siti che parlano di questo delizioso e unico prodotto della costa ionica calabrese.

Durante la visita guidata si effettua un viaggio virtuale attraverso i vecchi metodi di lavorazione, nonché quelli attuali, una simbolica ricostruzione storica di una inedita imprenditorialità calabrese capace di attirare anche un turista di passaggio. Il museo offre un’esperienza diversa dove si acquisiscono nuove conoscenze, ci si concede una pausa diversa dal solito e si assaggiano sapori non usuali come per esempio la pasta alla liquirizia!